Salute e Benessere
Giornata Mondiale del Cuore: parliamo di prevenzione cardiovascolare
Anche quest’anno il 29 settembre sarà la Giornata Mondiale del Cuore, una ricorrenza oramai storica che ha l’obiettivo di sensibilizzare cittadini e istituzioni sull’importanza di prevenzione e screening per le malattie cerebro-cardiovascolari, ma anche di informare la comunità scientifica sulle ultime novità in campo di ricerca e trattamento attraverso convegni, tavoli di lavoro e pubblicazioni.
Anche se possiamo sentirci lontani da queste tematiche, è una giornata che coinvolge tutti noi in quanto, purtroppo, ancora oggi patologie come aritmie cardiache, ictus e infarto del miocardio, sono la principale causa di decesso e di ospedalizzazione in Italia con una percentuale del 35%.
Ecco perché non possiamo ignorare l’importanza di informarci sulla tematica, adottare stili di vita sani e sottoporsi a regolari piani di screening, soprattutto se si è a rischio. Entriamo nel dettaglio per conoscere come partecipare attivamente a questa ricorrenza.
TIPOLOGIE DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Ictus
L’ictus è un termine che deriva dal latino e significa "colpo" (in inglese stroke). Può comparire, infatti, in maniera improvvisa a seguito di una interruzione dell’apporto di sangue per l'ostruzione (ictus ischemico) o la rottura di un'arteria (ictus emorragico). Ne consegue un danno del tessuto cerebrale, o la morte di una sua porzione, per insufficiente afflusso di sangue. In Italia è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, ma rappresenta la prima causa di invalidità. Sono circa 90.000 i casi annui di ricovero dovuti a questo evento. Il dato positivo è la riduzione di incidenza e mortalità, dovuta al miglioramento delle misure preventive, delle terapie e delle misure assistenziali.
Infarto miocardico
L’infarto è la morte di una porzione del muscolo cardiaco (miocardio), dovuta a un’ischemia prolungata, cioè al mancato apporto di sangue. La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue denominato trombo, che ostruisce una o più arterie coronarie (le arterie che irrorano di sangue il muscolo cardiaco).
Aritmie cardiache
Le aritmie sono alterazioni del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca, che portano il cuore a battere in modo anomalo, troppo lentamente (bradicardia), troppo velocemente (tachicardia) o con un ritmo irregolare (ad esempio nella fibrillazione atriale).
Patologie delle valvole cardiache
Il cuore è dotato di 4 valvole, che separano atrii e ventricoli (Valvola mitrale, valvola tricuspide) e regolano l’efflusso del sangue tra ventricolo sinistro e aorta, e tra ventricolo destro e arteria polmonare (valvola aortica, valvola polmonare). Quando le valvole perdono la loro efficienza, restringendosi o sfiancandosi, possono originarsi problematiche come la stenosi o l’insufficienza polmonare.
Ipertensione arteriosa
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie; quando il cuore si contrae e il sangue passa nelle arterie si registra la pressione arteriosa più alta, chiamata sistolica, o massima, quando il cuore si riempie di sangue, si registra la pressione più bassa, chiamata diastolica o minima. Quando i valori pressori superano il valore di 140 per la massima e/o 90 per la minima, si parla di ipertensione arteriosa. In Italia si stima che ne soffra il 18% della popolazione, quindi esposta a ictus, insufficienza renale, infarto del miocardio, retinopatie, arteriopatie, e altre patologie per le quali l’ipertensione è principale fattore di rischio.
Pericardite
La pericardite è l’infiammazione, in genere acuta, e più frequente negli uomini, del pericardio, ovvero la struttura membranosa che contiene e protegge il cuore. A volte si può cronicizzare, durando più di 6 mesi, provocando problematiche tipiche della natura infiammatoria del problema, come un’eccessiva produzione del liquido pericardico e conseguente costrizione delle cavità cardiache.
Le problematiche sopra elencate, soprattutto se si verificano in concomitanza tra loro, possono portare ad una condizione di scompenso cardiaco, ovvero ad un deterioramento delle funzioni cardiache tale da rendere impossibile la sua fisiologica attività di contrazione e rilascio e quindi un adeguato pompaggio del sangue rispetto a quella di un cuore sano. Quando l’insufficienza cardiaca raggiunge certi livelli di gravità, organi e tessuti non ricevono l’adeguata quantità di ossigeno e sostanze nutritive necessarie alle loro funzioni metaboliche, mentre si verifica un accumulo di liquidi in eccesso nei polmoni e nei tessuti stessi. Le conseguenze principali sono affanno, anche marcato, e edemi.
FATTORI DI RISCHIO
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha stilato la cosiddetta Carta del Rischio Cardiovascolare. Si tratta di uno strumento utile tramite il quale il medico stima la probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi, conoscendo il valore di sei fattori di rischio: sesso, diabete, abitudine al fumo, età, pressione arteriosa sistolica e colesterolemia.
Esistono due tipi di fattori di rischio cardiaco: non modificabili e modificabili. Entrambi contribuiscono al possibile sviluppo di malattie come infarti e ictus. I primi sono l’
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