Ibuprofene o paracetamolo: quale scegliere, differenze, usi e precauzioni per adulti, bambini e gravidanza

- Meccanismo d’azione
- Quando scegliere l’uno o l’altro
- Effetti collaterali e precauzioni d’uso
- Uso nei bambini: efficacia e sicurezza
- Paracetamolo in gravidanza
- Uso corretto e responsabilità
Quando si presentano febbre, dolori muscolari, mal di testa o dolori articolari, i farmaci più impiegati sono quasi sempre a base di due principi attivi: ibuprofene e paracetamolo. Entrambi si trovano facilmente in farmacia senza obbligo di prescrizione e vengono considerati rimedi di prima scelta per molti disturbi lievi. Tuttavia, nonostante la diffusione e l’apparente somiglianza, si tratta di medicinali profondamente diversi per meccanismo d’azione, indicazioni terapeutiche ed effetti collaterali. Comprendere queste differenze aiuta a utilizzarli nel modo corretto, a evitare rischi inutili e a ottenere risultati più efficaci.
1. Meccanismo d’azione
Il paracetamolo (conosciuto in altri Paesi come acetaminofene) è un farmaco con effetto analgesico e antipiretico, vale a dire che è efficace nel ridurre dolore e febbre. La sua azione negli anni non è del tutto chiarita ma avviene prevalentemente a livello del sistema nervoso centrale, dove inibisce alcune sostanze (come le prostaglandine) che sono coinvolte nella percezione del dolore e nella regolazione della temperatura corporea. Tuttavia, il paracetamolo non presenta un’azione antinfiammatoria significativa, motivo per cui non è efficace in caso di dolori causati da infiammazioni articolari o muscolari. È invece indicato per dolori non infiammatori, come mal di testa, dolore da raffreddore o febbre di origine virale. L’ibuprofene, al contrario, appartiene alla categoria dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Questa classe di medicinali agisce inibendo gli enzimi COX-1 e COX-2, responsabili della produzione di prostaglandine, sostanze che mediano infiammazione, febbre e dolore. Per questo motivo, l’ibuprofene possiede tre azioni principali: è antipiretico, analgesico e antinfiammatorio. È dunque particolarmente utile nei disturbi in cui è presente un’infiammazione locale, come dolori articolari, mal di denti o mal di gola.
2. Quando scegliere l’uno o l’altro
Nella pratica quotidiana, sia paracetamolo che ibuprofene possono ridurre febbre e dolore, ma la scelta deve basarsi su alcune considerazioni individuali. Paracetamolo: è generalmente considerato più sicuro a livello gastrico, poiché non irrita la mucosa dello stomaco e può essere utilizzato anche da chi soffre di gastrite o ulcera. È indicato anche in caso di problemi renali lievi o ipertensione, dove i FANS possono invece peggiorare la situazione. Inoltre, il paracetamolo è ritenuto sicuro in gravidanza e allattamento, purché nei limiti di dosaggio raccomandati. È spesso raccomandato per il trattamento della febbre e del dolore nei bambini e nei neonati grazie al suo profilo di sicurezza. Ibuprofene: è preferibile in presenza di infiammazione evidente, come dolori muscolari, traumi lievi o infezioni delle vie respiratorie con gola infiammata. Oltre a ridurre la febbre e il dolore, contrasta anche gonfiore e arrossamento. Tuttavia, va assunto con cautela da chi presenta problemi gastrici, insufficienza renale o patologie cardiovascolari, poiché può aumentare il rischio di disturbi digestivi, ritenzione idrica e alterazioni della pressione. Non a caso, si raccomanda l’assunzione a stomaco pieno.
3. Effetti collaterali e precauzioni d’uso
Entrambi i farmaci sono efficaci ma non privi di rischi, specialmente se usati in modo improprio o per periodi prolungati. Il paracetamolo, se assunto alle dosi previste, è solitamente ben tollerato. Tuttavia, un sovradosaggio (anche accidentale) può provocare gravi danni al fegato, fino all’insufficienza epatica acuta. Questo rischio aumenta se viene assunto insieme ad altri medicinali che contengono paracetamolo, oppure in persone che consumano regolarmente alcolici. È quindi fondamentale leggere sempre il foglietto illustrativo dei farmaci e rispettare la dose massima giornaliera indicata (di norma non oltre i 3-4 grammi negli adulti). L’ibuprofene, d’altra parte, può causare disturbi gastrointestinali, come dolori di stomaco, bruciore o, nei casi più gravi, ulcerazioni e sanguinamenti. L’uso prolungato o ad alte dosi può inoltre compromettere la funzione renale o aumentare la pressione arteriosa. Per ridurre questi rischi è consigliabile assumere l’ibuprofene dopo i pasti e solo per brevi periodi, evitando di superare le dosi consigliate. Nella automedicazione (senza prescrizione) la dose massima è di 1200 mg al giorno (cioè 3 dosi da 400 mg). Inoltre, l’ibuprofene è controindicato in caso di malattie epatiche, insufficienza renale, patologie dell’apparato gastrointestinale, malattie respiratorie, asma allergica e gravidanza (in particolare, durante il terzo trimestre). Per qualsiasi dubbio è importante chiedere supporto al farmacista o al proprio medico curante.
4. Uso nei bambini: efficacia e sicurezza
Nel trattamento di febbre e dolore nei bambini, paracetamolo e ibuprofene sono entrambi considerati efficaci e sicuri se usati correttamente. Gli studi riportati da Farmacovigilanza.eu indicano che non vi sono differenze significative nell’effetto antipiretico tra i due, anche se in alcuni casi l’ibuprofene abbassa la temperatura in modo leggermente più rapido o duraturo. Il paracetamolo è generalmente preferito nei neonati e nei bambini più piccoli perché più delicato sullo stomaco e meglio tollerato in caso di disidratazione o malattie gastrointestinali. L’ibuprofene, invece, può essere utile nei bambini più grandi o in presenza di febbre associata a uno stato infiammatorio (come otite o faringite). Tuttavia, se il bambino ha vomito, diarrea o scarsa idratazione, è meglio evitare l’ibuprofene per non sovraccaricare i reni. Gli esperti ricordano che non è consigliato alternare o combinare i due farmaci senza una precisa indicazione medica: questa pratica, talvolta adottata per tenere sotto controllo febbri persistenti, può aumentare il rischio di errori di dosaggio e reazioni indesiderate.
5. Uso corretto e responsabilità
Anche se entrambi i medicinali possono essere acquistati senza ricetta medica, devono essere impiegati con prudenza. L’automedicazione è accettabile solo per disturbi lievi e di breve durata; se la febbre o il dolore persistono per più di pochi giorni, è necessario consultare il medico. Circa le possibili interazioni, è buona norma non associare paracetamolo e alcol, evitare di assumere ibuprofene a stomaco vuoto e verificare sempre eventuali interazioni con altri farmaci in uso.
6.Paracetamolo in gravidanza
A seguito di una recente e approfondita revisione sulla sicurezza, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (PRAC) dell'EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) ha confermato le attuali raccomandazioni europee sull'uso del paracetamolo in gravidanza. La valutazione era stata avviata in risposta a studi che ipotizzavano un possibile legame tra l'esposizione al farmaco durante la gestazione e l'insorgenza di disturbi del neuro sviluppo nei bambini, come l'ADHD e quelli dello spettro autistico. Tuttavia, gli esperti hanno concluso che questi studi non sono abbastanza solidi per dimostrare che sia proprio il paracetamolo a causare direttamente questi problemi. Di conseguenza, il paracetamolo rimane un'opzione di prima scelta per il trattamento di dolore e febbre, condizioni che, se non trattate, possono essere a loro volta dannose per il feto. La raccomandazione fondamentale non cambia: il farmaco va utilizzato solo se necessario, alla dose efficace più bassa e per il più breve tempo possibile, sempre dopo aver consultato il proprio medico.
7. In sintesi
Paracetamolo: analgesico e antipiretico, delicato per lo stomaco, indicato in febbre e dolori non infiammatori; sicuro in gravidanza e nei bambini. Ibuprofene: analgesico, antipiretico e antinfiammatorio, consigliato in caso di dolore con infiammazione ma controindicato in presenza di disturbi gastrici o renali. Usati con criterio e responsabilità, paracetamolo e ibuprofene rappresentano strumenti preziosi per gestire i disturbi più comuni. La chiave è conoscerne le differenze, rispettare i dosaggi e adottare un approccio consapevole che tutela la salute di adulti e bambini.
Le informazioni contenute in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo. Qualsiasi decisione riguardante l'uso di farmaci o terapie va sempre presa dopo aver consultato il proprio medico curante o uno specialista. Gli autori declinano ogni responsabilità per eventuali conseguenze derivanti dall'uso improprio delle informazioni qui riportate. In caso di dubbi o sintomi persistenti, rivolgiti sempre a un professionista della salute.
_Fonti _ Reazioni avverse da farmaci a paracetamolo e ibuprofene nei bambini: un rapporto di 5 anni da un centro antiveleni pediatrico in Italia - PubMed https://www.aifa.gov.it/-/ema-raccomandazioni-d-uso-sui-medicinali-contenenti-ibuprofene-ad-alte-dosi https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32767405/


