Psicobiotici: come alcuni ceppi probiotici riducono stress e ansia

Lo stress non è solo una sensazione, ma una complessa reazione biochimica che coinvolge l'asse intestino-cervello. Quando siamo stressati, il nostro corpo attiva l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), che aumenta la produzione di cortisolo, il cosiddetto "ormone dello stress". In questo periodo dell’anno, ricco di sfide come nuovi inizi scolastici o rientri a lavoro dopo la pausa estiva, sono possibili stati di alterazione dell’umore, ansia da prestazione e anche sintomi associati come crampi o irritabilità addominale. Questo può accadere a causa di un processo che scatena un'infiammazione sistemica e che può alterare la barriera intestinale, rendendola più permeabile. Di conseguenza, sostanze come i lipopolisaccaridi (LPS) possono passare nel flusso sanguigno, alimentando un'infiammazione cronica che colpisce anche il sistema nervoso centrale. Una strategia promettente per interrompere questo circolo vizioso è la modulazione del microbiota intestinale attraverso ceppi probiotici specifici, noti come psicobiotici. Gli psicobiotici rappresentano una rivoluzione nel campo della salute mentale e intestinale. Questi speciali probiotici non solo migliorano la flora batterica intestinale, ma hanno anche un impatto positivo sul nostro benessere psicologico. Scopriamo insieme cosa sono gli psicobiotici e come possono aiutarci a gestire lo stress e migliorare il nostro umore. Cosa sono gli psicobiotici e come agiscono? Gli psicobiotici sono una categoria speciale di probiotici che influenzano positivamente l'asse intestino-cervello. Questi microrganismi benefici producono neurotrasmettitori come serotonina e GABA, il principale neurotrasmettitore inibitorio del sistema nervoso, riducendo stress e ansia e riescono inoltre a ridurre l'infiammazione intestinale migliorando la barriera intestinale. Inoltre, gli psicobiotici favoriscono la produzione di SCFA (acetato, propionato e butirrato). Queste molecole non solo nutrono le cellule intestinali, ma attraversano la barriera ematoencefalica, influenzando positivamente la funzione cerebrale e la plasticità neurale.
Come aumentare l'assunzione di psicobiotici:
• Integratori specifici a base di ceppi batterici studiati per i loro effetti psicobiotici. • Alimenti fermentati come yogurt, kefir, kombucha e crauti sono ricchi di probiotici benefici. • Prebiotici come, per esempio, gli alimenti ricchi di fibre che nutrono i batteri benefici, come cicoria, aglio e cipolla. In generale, una dieta equilibrata ricca di frutta, verdura e cereali integrali favorisce la crescita di batteri benefici. Vediamo, infine, come due dei ceppi più studiati, Lactobacillus helveticus e Bifidobacterium longum, possono aiutarci a gestire meglio lo stress. Il Lactobacillus helveticus è un ceppo probiotico si è dimostrato un valido supporto nella gestione dello stress e dell'ansia, agendo su più fronti. Si associa ad un miglioramento delle funzioni cognitive e dell'umore: studi su modelli animali hanno dimostrato che L. helveticus può migliorare la memoria e modulare i sistemi legati all'umore (noradrenergico e serotoninergico) con una ottima efficacia. Inoltre, sembra anche collegato alla riduzione della neuro infiammazione: il ceppo L. helveticus NS8, infatti, ha dimostrato di ridurre i marcatori dell'infiammazione a livello cerebrale, migliorando i sintomi d'ansia e la funzione cognitiva in modelli sperimentali. Prove sull'uomo: un trial clinico ha testato i benefici di L. helveticus R-52 e B. longum R-175 nell’alleviare lo stress psicologico. In volontari sani, un trattamento prolungato ha portato a una significativa riduzione del cortisolo urinario, con miglioramenti percepiti su stress, ansia e depressione. Il Bifidobacterium longum non è un semplice probiotico, ma un vero e proprio modulatore del benessere psicofisico. In adulti con stress lieve-moderato, il ceppo B. longum NCC3001 ha ridotto lo stress percepito e migliorato la qualità del sonno, aumentando anche la capacità di gestire il dolore e le emozioni positive. Le evidenze non si fermano ai biomarcatori. Uno studio su volontari sani ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per osservare direttamente l'attività del cervello. La combinazione di L. helveticus R-52, B. longum R-175 e L. plantarum R1012 ha mostrato una ridotta reattività nelle aree cerebrali limbiche, quelle legate alla gestione delle emozioni e dello stress. Questo suggerisce che gli psicobiotici possono modulare le nostre risposte emotive a livello neurale, aiutandoci a reagire in modo più equilibrato agli stimoli stressanti. In conclusione, gli psicobiotici rappresentano un approccio promettente e scientificamente fondato per gestire lo stress, agendo direttamente sulla radice del problema: l'asse intestino-cervello.
