Cosa prendere per la diarrea: i rimedi che funzionano davvero (e quelli da evitare)

Diarrea acuta: cosa fare nei primi giorni
- Cosa prendere per la diarrea: i rimedi davvero utili
- Quando la diarrea non passa: il limite dei 14 giorni
- Bambini e adulti: strategie diverse per la stessa domanda
- Quando chiamare il medico
Per diarrea si intende un’alterazione dell’alvo con aumento delle evacuazioni più di al giorno), feci liquide o semiliquide. È definita acuta quando esordisce e dura meno di 14 giorni, persistente tra 14 e 30, cronica oltre il mese. Non va confusa con la dissenteria, caratterizzata da presenza di sangue, muco e/o pus.
1. Diarrea acuta: cosa fare nei primi giorni
Nella maggior parte dei casi la diarrea acuta è legata a un virus intestinale o a un alimento contaminato. In genere le più frequenti sono le forme virali che durano pochi giorni e tendono ad auto risolversi. Tuttavia, il modo in cui si affrontano può fare la differenza. Il primo “farmaco” da assumere non è in compressa, ma liquido: si tratta dell’idratazione. Nei bambini la scelta più sicura sono le soluzioni reidratanti orali già pronte o in bustine, che contengono sali minerali e glucosio nelle proporzioni corrette; vanno offerte a piccoli sorsi, anche a cucchiai, meglio se diluite con acqua fresca. È importante assumere piccole quantità alla volta ma spesso, soprattutto dopo ogni scarica. Negli adulti si può ricorrere anche ad acqua, tè leggero, brodi vegetali o di carne sgrassati, bevande isotoniche poco zuccherate, sempre a piccoli sorsi. Alcolici, bibite gassate e succhi industriali, invece, tendono a peggiorare la diarrea e sarebbe meglio evitarli. Sul fronte alimentazione, meglio optare per cibi semplici e facilmente digeribili: riso in bianco ben cotto, patate e carote lesse, banane mature, mela grattugiata, pane tostato o fette biscottate. Sono alimenti che rispettano l’intestino e contribuiscono a rendere le feci un po’ più consistenti, senza appesantire lo stomaco. Il riposo, inteso come riduzione dei ritmi e attenzione ai segnali del corpo, aiuta l’organismo nella guarigione. In questa fase è altrettanto importante capire cosa non prendere per la diarrea. Gli antibiotici, ad esempio, se non prescritti dal medico, nella diarrea virale sono inutili e possono danneggiare l’equilibrio del microbiota; i farmaci “blocca‑scariche” a base di loperamide non vanno usati nei bambini e, negli adulti, solo per brevi periodi e in assenza di febbre o sangue nelle feci. Farmaci antispastici e lassativi naturali non sono indicati in quanto modificano la motilità intestinale e possono mascherare segnali importanti.
2. Cosa prendere per la diarrea: i rimedi davvero utili
Quando ci si chiede cosa prendere per la diarrea, è utile distinguere tra ciò che sostiene l’intestino e ciò che agisce solo sui sintomi. Un ruolo importante lo hanno i probiotici: prodotti a base di batteri “buoni” come alcuni ceppi di Lactobacillus o il lievito Saccharomyces boulardii. Assunti per diversi giorni, possono aiutare a riequilibrare la flora intestinale alterata da virus, batteri o antibiotici, riducendo la durata della diarrea e il rischio di nuove sequele. In pratica, non “bloccano” le scariche, ma favoriscono un ritorno più rapido alla normalità. Anche i sali minerali rientrano tra i rimedi utili contro la diarrea, soprattutto quando le evacuazioni sono numerose e si avverte debolezza o crampi. Reintegrare sodio e potassio attraverso soluzioni reidratanti, oppure – negli adulti – con integratori specifici consigliati dal farmacista o dal medico, aiuta a prevenire la disidratazione e i cali di pressione. Tra i rimedi naturali, alimenti come riso, carota e mela grattugiata restano punti fermi: la combinazione di amidi e pectine assorbe parte dell’acqua presente nell’intestino e contribuisce a dare più consistenza alle feci. Non sono certamente “medicine” in senso stretto, ma fanno parte a tutti gli effetti dei supporti per favorire la guarigione. Esistono inoltre rimedi formulati in integratori alimentari con complessi vegetali di tannini che esercitano un'azione astringente e protettiva per la mucosa intestinale. I farmaci antidiarroici veri e propri, come la loperamide, negli adulti sani, senza febbre né sospetto di infezione batterica invasiva, possono essere usati per brevi periodi, ad esempio per affrontare un viaggio o un impegno lavorativo che non si può rimandare. Ma vanno sospesi subito se compaiono dolore addominale intenso, sangue nelle feci o peggioramento dei sintomi e, soprattutto, non sono adatti ai bambini senza precisa indicazione del pediatra.
3. Quando la diarrea non passa: il limite dei 14 giorni
Un punto chiave, spesso sottovalutato, è la durata del disturbo. Se, nonostante una gestione corretta, le scariche continuano quasi quotidianamente per più di due settimane, il quadro cambia e va valutato dal proprio medico.
La diarrea cronica viene generalmente definita dalla presenza contemporanea di questi elementi:
• Almeno 3 evacuazioni al giorno; • Feci di consistenza alterata, prevalentemente liquide o poco formate; • Persistenza del disturbo per un periodo minimo di 2-3 settimane consecutive.
Oltre i 14 giorni, infatti, non si parla più solo di diarrea acuta ma di forma persistente. L’intestino potrebbe avere ancora una mucosa infiammata (la cosiddetta sindrome post‑enteritica) o aver sviluppato una intolleranza transitoria al lattosio: in pratica, dopo l’infezione, perde per un po’ la capacità di digerire il latte e i latticini freschi. In questa fase ha senso sospendere temporaneamente questi alimenti, continuare a idratarsi con acqua e sali minerali, seguire una dieta leggera ma completa a base di proteine magre, carboidrati digeribili e verdure ben cotte, e proseguire l’assunzione di probiotici per almeno 10–15 giorni. Se, nonostante queste attenzioni, la diarrea non accenna a migliorare, è indispensabile una valutazione medica: dietro un disturbo apparentemente “banale” possono nascondersi infezioni batteriche croniche, celiachia, intolleranze alimentari o malattie infiammatorie intestinali che richiedono esami mirati e cure specifiche.
4. Bambini e adulti: strategie diverse per la stessa domanda
La domanda “cosa prendere per la diarrea” non ha la stessa risposta per tutti: un bambino piccolo non è un adulto in miniatura, e la gestione deve tener conto delle differenze. Nei bambini, infatti, il rischio maggiore, anche quando la diarrea è di origine virale e si risolve spontaneamente, è la disidratazione. Ecco perché le soluzioni reidratanti orali sono spesso il vero cardine della terapia: vanno offerte con calma, anche con un cucchiaino, a piccoli sorsi. Finché le feci sono liquide è meglio evitare succhi di frutta, bibite zuccherate e, se peggiora i sintomi, anche il latte. Una volta che le scariche iniziano a ridursi, si possono reintrodurre gradualmente riso, patate, carote e poi carne bianca, sempre seguendo le indicazioni del pediatra. Negli adulti, al contrario, l’errore più frequente è prolungare la classica “dieta in bianco” oltre i primi 2–3 giorni. Riso, patate lesse e fette biscottate sono utili all’inizio, ma se diventano l’unica base dell’alimentazione per settimane impoveriscono la flora intestinale e rallentano la riparazione della mucosa. Dopo la fase più acuta è preferibile reinserire poco alla volta pesce, carni magre, yogurt delattosato se tollerato, verdure cotte come zucchine e finocchi, legumi passati e cereali integrali ben cotti. Anche negli adulti, quindi, ciò che si “prende” per la diarrea non è solo un farmaco, ma un insieme di scelte alimentari.
5. Quando chiamare il medico
In alcune circostanze è fondamentale rivolgersi al medico senza attendere oltre. È il caso, per esempio, della** diarrea che dura più di tre giorni nei bambini o più di cinque negli adulti senza segni di miglioramento, o quando nelle feci compaiono sangue o muco. Anche la presenza di febbre alta, brividi, forte dolore addominale o segni evidenti di disidratazione – come bocca molto secca, urine scarse, grande debolezza, capogiri – richiede una valutazione urgente.** In queste situazioni, prima di pensare a nuovi rimedi per la diarrea o a quali farmaci aggiungere, è essenziale capire la causa: solo così le cure potranno essere davvero efficaci e sicure. In sintesi, conoscere cosa prendere per la diarrea significa combinare in modo intelligente idratazione, alimentazione adeguata, probiotici e, quando serve, farmaci mirati, ricordandosi sempre che il vero obiettivo non è solo fermare le scariche, ma permettere all’intestino di guarire nel modo più naturale e completo possibile.


