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3 Minuti
| 04/11/2025 |
Dott.ssa Claudia Brattini
Salute e Benessere

Intestino pigro: sintomi e rimedi

Intestino pigro: sintomi e rimedi
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Scopri come riconoscere l’intestino pigro, le cause più comuni e i rimedi naturali per stimolare la regolarità e migliorare la digestione.

La stipsi cronica, comunemente chiamata anche intestino pigro, è uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi e fastidiosi. Si manifesta con evacuazioni difficili, infrequenti o incomplete, spesso accompagnate da gonfiore, dolore addominale e malessere generale. Colpisce fino al 27% della popolazione mondiale, con una maggiore prevalenza tra donne e anziani, e può compromettere seriamente la qualità della vita.

Cause e classificazione della stitichezza cronica

Le cause dell’intestino pigro possono essere molteplici. Esistono forme meno frequenti dette anche secondarie, che sono dovute a malattie come diabete, ipotiroidismo, Parkinson, cancro del colon-retto, oppure all'uso di alcuni farmaci (antidepressivi, oppioidi, ferro). La forma primaria o idiopatica, invece, non è legata ad altre patologie e si divide in tre sottotipi: a transito normale, da rallentato transito intestinale e da disfunzioni della defecazione. Fattori come dieta povera di fibre, disidratazione, vita sedentaria e stress contribuiscono fortemente ad alterazioni del funzionamento dell'intestino, rendendolo appunto "pigro". Anche il cambio di routine, i viaggi o le abitudini intestinali irregolari possono indurre o peggiorare i sintomi.

Conseguenze della stitichezza non trattata

La stitichezza cronica, se non trattata adeguatamente, può determinare numerose conseguenze e complicazioni che compromettono la salute e la qualità della vita. Uno degli effetti più comuni è lo sviluppo delle emorroidi, dovute allo sforzo eccessivo durante l'evacuazione: le vene del plesso emorroidario si dilatano e possono infiammarsi, provocando dolore, prurito e sanguinamento rettale. Un'altra complicanza frequente è rappresentata dalle fissurazioni anali, piccole lacerazioni della mucosa anale causate dal passaggio di feci dure, che comportano dolore acuto, spasmi e tracce di sangue visibile nelle feci o sulla carta igienica. Lo sforzo cronico può anche favorire il prolasso rettale, in cui una porzione del retto si spinge verso l'esterno attraverso l'ano, condizione dolorosa e invalidante che spesso richiede un intervento chirurgico. Nei casi più gravi, la stipsi protratta può provocare il megacolon, un'anomala dilatazione del colon dovuta all'accumulo prolungato di feci, che ostacola il transito intestinale e può causare una pericolosa ostruzione intestinale. Infine, il disagio fisico e la sensazione di pesantezza addominale possono compromettere il rilassamento e il riposo.

Diagnosi e segnali da tenere sotto controllo

La diagnosi di stipsi si basa sui criteri che identificano la presenza, per almeno tre mesi, di sintomi quali sforzo evacuativo, feci dure, o meno di tre evacuazioni a settimana. È importante non ignorare segnali d'allarme come sangue nelle feci, dimagrimento inspiegabile o anemia. In questi casi, il medico può consigliare esami come la colonscopia, la manometria anorettale o la defecografia per approfondire le cause.

Intestino pigro rimedi naturali e comportamentali

Per contrastare l'intestino pigro, i rimedi naturali e le buone abitudini quotidiane sono la prima arma terapeutica. Ecco alcune strategie efficaci:

  • Bere molta acqua, almeno 1,5–2 litri al giorno per mantenere le feci morbide
  • Aumentare il consumo di fibre solubili, presenti in frutta, verdura, legumi e nei semi di Psillio o di Chia
  • Aggiungere oli vegetali, come l'olio di oliva, di cocco o di semi di lino alla propria alimentazione in quanto possono esercitare un effetto lubrificante sulle feci e facilitare il loro passaggio attraverso l'intestino
  • Regolarizzare l'orario: mantenere una routine regolare può aiutare l'intestino a svuotarsi regolarmente, riducendo così il rischio di stitichezza.
  • Svolgere attività fisica regolare, come camminare o praticare yoga, per stimolare la peristalsi intestinale.
  • Integrare con probiotici e prebiotici
  • Tisane con Finocchio e piante che contengono le mucillagini come la Malva, l'Altea e la Piantaggine.

Trattamenti farmacologici e nuove terapie

Se i rimedi naturali non bastano, si può ricorrere ai lassativi osmotici come il polietilenglicole (PEG) o il lattulosio, che aumentano l'acqua intestinale favorendo l'evacuazione. Il PEG è particolarmente efficace e ben tollerato nel lungo periodo, a differenza dei lassativi stimolanti (senna, bisacodile), da usare solo per brevi periodi per non irritare la mucosa intestinale. Saltuariamente si può ricorrere anche supposte o microclismi a base di glicerolo.

La stitichezza cronica è un disturbo multifattoriale, ma con una strategia terapeutica completa - che unisce correzione dello stile di vita, rimedi naturali o farmaci - è possibile migliorare significativamente.

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FAQ

1. Quali sono le cause principali della stitichezza? La stitichezza può essere causata da diversi fattori, tra cui una dieta povera di fibre, insufficiente assunzione di liquidi, vita sedentaria, stress, uso prolungato di lassativi o alcune condizioni patologiche. Anche alterazioni del microbiota intestinale o problemi di motilità intestinale possono contribuire.

2. Come si può prevenire la stitichezza? Per prevenire la stitichezza è consigliato adottare uno stile di vita sano: seguire una dieta ricca di fibre (frutta, verdura, cereali integrali), bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, praticare regolarmente attività fisica e rispettare i ritmi intestinali evitando di trattenere lo stimolo.

3. Quali rimedi naturali sono efficaci contro la stitichezza? Tra i rimedi naturali più efficaci vi sono l'assunzione di fibre alimentari, integratori a base di psillio o inulina, fermenti lattici per riequilibrare la flora intestinale, e tisane a effetto lassativo come quelle a base di malva, senna o aloe. Tuttavia, è importante usarli con moderazione e su consiglio medico.

4. Quando è necessario consultare un medico per la stitichezza? È opportuno rivolgersi al medico quando la stitichezza persiste per più di tre settimane, si accompagna a dolore addominale, sanguinamento rettale, perdita di peso inspiegabile o alternanza con episodi di diarrea. Questi sintomi potrebbero indicare condizioni più serie che richiedono una valutazione specialistica.

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Dott.ssa Claudia Brattini

(541 articoli)
All'esperienza di Farmacista ha affiancato quella della divulgazione scientifica nell'ambito della salute, approfondendo tematiche legate alla specializzazione in nutrizione e chimica degli alimenti. E' Giornalista e ha svolto un master di Comunicazione della Salute & Digital Marketing Sanitario, Giornalismo e Data Journalism.
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