🚚 SPEDIZIONE GRATIS a partire da 39€

🚚 SPEDIZIONE GRATIS a partire da 39€

🛍️ RITIRO GRATIS in farmacia o parafarmacia

📦 CONSEGNA RAPIDA a casa

Categorie
Giochi, accessori e sicurezza
Accessori e sicurezza
Giochi
Vedi tutti
Alimenti per Intolleranze e Allergie
Alimenti aproteici
Alimenti per celiaci
Vedi tutti
Bilance pesapersone
Adulti
Neonati
Vedi tutti
Programma Fedeltà
Logo BENU Farma
Categorie
Giochi, accessori e sicurezza
Accessori e sicurezza
Giochi
Vedi tutti
Alimenti per Intolleranze e Allergie
Alimenti aproteici
Alimenti per celiaci
Vedi tutti
Bilance pesapersone
Adulti
Neonati
Vedi tutti
Programma Fedeltà
4 Minuti
| 30/09/2025 |
Dott.ssa Claudia Brattini
Salute e Benessere

Acufeni: quando i suoni fantasma compromettono il benessere quotidiano

Acufeni: quando i suoni fantasma compromettono il benessere quotidiano
Condividi articolo

Acufeni: “sentire un suono che non esiste nel mondo esterno”

Il termine acufene deriva dal greco akouein (udire) e phainesthai (manifestarsi) e si riferisce ad una sensazione uditiva ma in assenza di uno stimolo esterno. In pratica, la persona che soffre di acufeni percepisce un suono (ronzii, fischi) ma senza una reale sorgente sonora che lo produce, per questo viene anche definito rumore “fantasma”. L’acufene, o tinnito, può essere monolaterale o bilaterale e può essere percepito come proveniente dall’interno della testa o dall’esterno. Questa problematica interessa statisticamente un individuo ogni cinque persone, configurandosi come un disturbo piuttosto diffuso nella popolazione, in particolare tra i 60 e i 69 anni. Nei casi in cui gli acufeni sono acuti - persistenti per meno di tre mesi - sono spesso anche a breve termine e tendono a risolversi da soli senza terapia o dopo aver curato la malattia che li ha generati. Dopo tre mesi, invece, l’acufene non viene più definito acuto ma cronico e la guarigione risulta più complessa.

Cause dell’acufene

Secondo gli specialisti, l’acufene più che una patologia è un sintomo, le cui origini possono essere molteplici e complesse. L’acufene primario ha cause sconosciute ma si ritiene si associ a un calo dell'udito e alle conseguenti modificazioni delle prima vie uditive. Nell’acufene secondario, invece, si collega ad una causa specifica sottostante (diversa dall’ipoacusia neurosensoriale) o ad una patologia organica identificabile. Tra le cause principali si annoverano lesioni alla struttura cocleare dell'orecchio interno, prolungata esposizione a fonti sonore ad alta intensità, eventi traumatici che coinvolgono l'apparato uditivo o processi infettivi e infiammatori che compromettono il normale funzionamento dell'orecchio. Alcuni farmaci definiti ototossici come i salicilati gli antibiotici aminoglicosidici, i diuretici, gli antitumorali a base di platino e i salicilati ad alte dosi sono associati con l’acufene Altre possibili cause possono essere la malattia di Ménière, la labirintite e l’herpes zoster oticus.

Riassumendo le cause più comuni dell'acufene includono:

Perdite uditive (ipoacusia): il cervello può tentare di compensare un calo dell'udito generando un suono "fantasma". • Patologie dell'orecchio: infiammazioni come otiti, alterazioni ossee come l'otosclerosi o la sindrome di Ménière. • Disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare (ATM): problemi alla mascella possono irradiarsi all'orecchio. • Traumi fisici: includono sia traumi acustici (dovuti a rumori improvvisi e forti) sia traumi cranici. • Neurinoma del nervo acustico: un tumore benigno che preme sul nervo uditivo. • Alterazioni della pressione: sia quella sanguigna (ipertensione) sia quella ambientale (rapido sbalzo di pressione ambientale come barotraumi da volo o immersioni). • Uso di farmaci ototossici: alcuni farmaci possono essere dannosi per le cellule dell'orecchio. • Esposizione prolungata a rumori intensi: tipica di ambienti lavorativi rumorosi o dell'ascolto di musica ad alto volume. • Ostruzione del condotto uditivo: spesso causata da un semplice tappo di cerume.

Sintomi dell’acufene

La sintomatologia associata all'acufene si presenta variegata e spesso debilitante. I pazienti riferiscono la costante presenza di rumori percepiti internamente, che possono interferire significativamente con la capacità di mantenere l'attenzione durante le attività quotidiane e quindi con la qualità della vita. Frequentemente si osservano alterazioni del ritmo sonno-veglia, con difficoltà nell’addormentamento e continuità del sonno, con conseguente compromissione della qualità del riposo notturno.

Acufeni: qual è il primo specialista a cui rivolgersi?

La valutazione specialistica presso un medico otorinolaringoiatra risulta fondamentale per una corretta diagnosi e per l'impostazione di un piano terapeutico personalizzato. È molto importante svolgere un esame audiologico iniziale completo. Lo specialista può identificare eventuali cause sottostanti trattabili e guidare il paziente verso le opzioni terapeutiche più appropriate per il suo specifico caso clinico. La gestione dell'acufene richiede spesso un approccio multidisciplinare e una stretta collaborazione tra paziente e team medico.

Terapia degli acufeni

Dal punto di vista terapeutico, attualmente non sono disponibili trattamenti risolutivi definitivi per questa condizione. Tuttavia, diversi approcci terapeutici hanno dimostrato efficacia nel controllo dei sintomi e nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Tra questi, la terapia del suono rappresenta una strategia consolidata, basata sull'utilizzo di stimoli acustici specifici per mascherare o ridurre la percezione dei rumori fantasma. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy), utilizza suoni a largo spettro, cioè composti da suoni che coprano tutte le frequenze udibili dall’orecchio, per abituare gradualmente il paziente ad avvertire sempre meno l’acufene. L’impianto di apparecchi acustici nei pazienti affetti da acufene e perdita dell’udito, permette in molti casi di compensare il deficit uditivo.

Le tecniche di rilassamento costituiscono un altro pilastro del trattamento, aiutando i pazienti a gestire lo stress e l'ansia spesso associati alla condizione. L'approccio psicoterapeutico, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, si è rivelato particolarmente utile nell'aiutare i soggetti a sviluppare strategie di coping efficaci e a modificare la percezione negativa del disturbo. Sebbene la guarigione completa non sia sempre possibile, molti individui riescono a raggiungere un significativo miglioramento della sintomatologia e a recuperare un soddisfacente livello di benessere nella vita quotidiana.

R6MF8776.jpg

Dott.ssa Claudia Brattini

(520 articoli)
All'esperienza di Farmacista ha affiancato quella della divulgazione scientifica nell'ambito della salute, approfondendo tematiche legate alla specializzazione in nutrizione e chimica degli alimenti. E' Giornalista e ha svolto un master di Comunicazione della Salute & Digital Marketing Sanitario, Giornalismo e Data Journalism.
Condividi articolo