Polmonite interstiziale negli anziani: focus sul virus sinciziale respiratorio (RSV)

La polmonite interstiziale è un gruppo di malattie che coinvolgono l'interstizio polmonare, il tessuto di sostegno degli alveoli responsabile degli scambi di ossigeno. Negli anziani questa condizione può presentarsi in modo subdolo, con fiato corto e tosse secca che avanzano lentamente, oppure in forma acuta dopo infezioni respiratorie stagionali. Il virus sinciziale respiratorio (RSV), spesso sottovalutato nell'adulto, è una delle cause infettive che più possono scatenare peggioramenti o riacutizzazioni, soprattutto nei soggetti fragili o con patologie polmonari preesistenti. Riconoscere i segnali precoci e adottare misure di prevenzione mirate fa davvero la differenza.
Sintomi da riconoscere
I segnali più comuni sono la dispnea, che inizia durante lo sforzo e può comparire anche a riposo nelle fasi avanzate, e la tosse secca che tende a non risolversi. Spesso si associa una marcata stanchezza e una riduzione della tolleranza allo sforzo. All'auscultazione il medico può rilevare crepitii fini, simili al suono del velcro. Quando, dopo un'infezione respiratoria, compaiono affanno inusuale, febbre che non passa, saturazione più bassa del solito o senso di costrizione toracica, è consigliabile una valutazione tempestiva.
RSV e interstiziopatie: cosa succede
L'RSV è molto diffuso e, negli adulti, può sembrare un "raffreddore profondo". Negli anziani e in chi ha già una fragilità respiratoria può estendersi alle basse vie respiratorie, provocando bronchite o polmonite e innescando riacutizzazioni dell'infiammazione interstiziale. La conseguenza è un peggioramento della funzione polmonare e dell'ossigenazione, con aumento del rischio di ricovero. Poiché non esistono antivirali di routine per l'RSV nell'adulto, la strategia più efficace resta la prevenzione, insieme a una rapida intercettazione dei segnali di allarme durante la stagione autunno-inverno.
Diagnosi
La diagnosi nasce dall'integrazione di più elementi. L'anamnesi valuta esposizioni, farmaci e malattie autoimmuni, l'esame obiettivo orienta sul quadro respiratorio. La radiografia del torace può dare i primi indizi, ma la TC ad alta risoluzione (HRCT) è l'esame chiave per definire il pattern interstiziale. I test di funzionalità respiratoria, inclusi spirometria e DLCO, quantificano l'impatto sulla capacità di diffusione dell'ossigeno. In presenza di dubbi, lo specialista può richiedere esami ematici immunologici, test per i virus respiratori in stagione epidemica e, quando necessario, broncoscopia con lavaggio o biopsia per confermare la diagnosi.
Prevenzione: dove si fa davvero la differenza
La prevenzione si fonda su vaccinazioni aggiornate, protezione nelle stagioni a rischio e stili di vita. Per gli over 60 e per i fragili, influenza stagionale e COVID-19 restano fondamentali; la vaccinazione antipneumococcica riduce le complicanze batteriche; per l'RSV sono disponibili vaccini per adulti a partire dai 60 anni, con raccomandazioni che variano in base a età, fragilità e indicazioni regionali. La protezione quotidiana passa da igiene delle mani, uso di mascherina in contesti affollati o se si è sintomatici, aerazione degli ambienti e riduzione di muffe e polveri. Smettere di fumare e mantenere un'attività fisica adattata sostengono la funzione polmonare e le difese.
Quando rivolgersi subito al medico
Un peggioramento rapido dell'affanno, una saturazione stabilmente sotto i valori abituali (o inferiore al 92% a riposo, se misurata con saturimetro), febbre alta persistente, dolore toracico, confusione o colorazione violacea di labbra o dita richiedono una valutazione urgente.

