Benu News: West Nile Virus, il punto sulla diffusione nel 2025

Crescono i casi in Italia, rafforzate le misure di prevenzione
Quella che veniva considerata una rara malattia tropicale, è diventata una una concretà realtà anche da noi. Nell'estate 2025, infatti, si sono verificati casi autoctoni di West Nile - febbre del Nilo - anche in Italia.
In particolare, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha confermato che al 23 luglio 2025 sono stati registrati 32 casi di infezione da West Nile Virus (WNV) in Italia, di cui 21 nella sola provincia di Latina, nel Lazio, e un decesso.
Come sempre, però, è opportuno valutare l'andamento epidemiologico che, al momento, è in linea con quello degli anni precedenti, mentre la distribuzione spaziale appare abbastanza diversa. L’età media dei pazienti è di 72 anni, con un range compreso tra i 63 e gli 86 anni.
Lo scorso anno il sistema di sorveglianza ha registrato 460 casi di infezione, di cui 272 nella forma neuro-invasiva, con 20 decessi. Il 24 luglio 2024 i casi erano 13, senza vittime.
Cos'è il West Nile Virus
Il virus del Nilo Occidentale (West Nile Virus, WNV) è una zoonosi trasmessa principalmente dalle zanzare del genere Culex. Endemico in diverse aree del mondo, tra cui Africa, Medio Oriente, Europa e Americhe, il virus si diffonde all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette che si sono nutrite di uccelli portatori del patogeno. La trasmissione avviene esclusivamente tramite puntura di zanzara e non da persona a persona. Il periodo di incubazione varia da 2 a 14 giorni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa l’80% delle persone infette non sviluppa sintomi. La maggior parte delle infezioni, infatti, è asintomatica, circa il 20% delle persone sviluppa una forma lieve, con febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Nei bambini i sintomi sono generalmente di lieve entità mentre nei giovani possono comparire febbre alta, mal di testa e dolori muscolari. Sono maggiormente a rischio le persone anziane, i soggetti immunodepressi o con più patologie pregresse, dove meno dell’1% sviluppa forme gravi, come encefalite, paralisi, convulsioni o coma. Non esistono al momento vaccini approvati per uso umano né terapie antivirali specifiche; la gestione clinica è esclusivamente sintomatica e di supporto.
Un rischio crescente: il ruolo del clima e della mobilità
La diffusione del WNV in nuove aree è attribuibile in parte ai cambiamenti climatici, che prolungano la stagione delle zanzare e aumentano le temperature favorevoli alla trasmissione del virus. Le ondate di calore e le precipitazioni estive creano ambienti ideali per la proliferazione di Culex pipiens, una delle principali specie vettori. Anche i viaggi internazionali e il commercio globale contribuiscono alla mobilità di persone e merci che possono introdurre il virus in nuove regioni. Tuttavia, gli uccelli migratori rimangono i principali veicoli di diffusione su larga scala, rappresentando un collegamento tra focolai locali e macroaree geografiche.
Prevenzione e raccomandazioni
La prevenzione resta l’unico strumento efficace per limitare la diffusione del WNV. Le autorità sanitarie raccomandano alla popolazione di ridurre l’esposizione alle punture di zanzara attraverso l’uso di repellenti a base di DEET o picaridina, l’indossare abiti coprenti, e la rimozione dei ristagni d’acqua da cortili, balconi e giardini. A livello istituzionale, è essenziale mantenere un sistema di sorveglianza attiva su fauna aviaria, zanzare e popolazione umana, e intervenire tempestivamente con disinfestazioni nei luoghi dove viene confermata la presenza del virus. In contesti agricoli e periurbani, le autorità veterinarie devono monitorare i casi nei cavalli, dove esiste un vaccino autorizzato. L’approccio raccomandato dall’OMS e dall’ECDC è quello “One Health”, che prevede una cooperazione integrata tra salute umana, veterinaria e ambientale. Il coordinamento tra enti locali, autorità sanitarie e comunità scientifica è cruciale per affrontare focolai emergenti e ridurre il rischio di trasmissione all’uomo.
Prospettive per l’estate 2025
Le condizioni meteorologiche estreme, piogge abbondanti seguite da ondate di caldo, insieme ai movimenti migratori degli uccelli, stanno contribuendo all’attivazione di focolai in diverse regioni italiane. Le previsioni epidemiologiche indicano che il picco stagionale di infezioni avverrà tra agosto e settembre, con un possibile incremento dei casi in aree già interessate negli anni precedenti. Particolare attenzione è rivolta all’Europa meridionale e orientale, dove le condizioni climatiche e ambientali possono favorire la replicazione del virus.
Il West Nile Virus continua a rappresentare una minaccia per la salute pubblica in diverse aree del mondo. L’evoluzione della stagione 2025 mostra una diffusione precoce e una crescente presenza in aree precedentemente non interessate. La prevenzione individuale, unita a misure di sanità pubblica, resta fondamentale per limitare l’impatto della malattia nei mesi estivi.
