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| 04/08/2025 |
Dott. Giorgio Sciarra
Salute e Benessere

Guida alle malattie esantematiche

Guida alle malattie esantematiche
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  1. Quali sono le principali malattie esantematiche?
  2. Morbillo
  3. Rosolia
  4. Scarlattina
  5. Varicella
  6. Quinta malattia

1. Quali sono le principali malattie esantematiche?

Le malattie esantematiche sono infezioni caratterizzate dalla comparsa di un esantema, ovvero un'eruzione cutanea diffusa. Le principali malattie esantematiche sono:

• Morbillo

• Rosolia

• Scarlattina

• Varicella

• Quinta malattia.

2. Morbillo

Il morbillo è un'infezione virale altamente contagiosa, causata appunto dal virus del morbillo. Colpisce principalmente i bambini, ma può verificarsi a qualsiasi età.

Questo virus si diffonde attraverso le goccioline respiratorie emesse quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Il virus può sopravvivere nell'aria e su superfici per diverse ore, rendendolo estremamente contagioso. Una persona è contagiosa da quattro giorni prima fino a quattro giorni dopo la comparsa dell'eruzione cutanea.

I sintomi del morbillo generalmente compaiono 10-14 giorni dopo l'esposizione al virus e includono: • Febbre alta • Tosse • Naso che cola • Congiuntivite • Macchie di Koplik (piccole macchie bianche all'interno della bocca) • Eruzione cutanea: di solito inizia sul viso e sul collo e poi si diffonde verso il basso.

Il morbillo inoltre può portare a serie di complicazioni, specialmente nei bambini più piccoli, nelle donne in gravidanza e nelle persone con un sistema immunitario indebolito. Le principali complicazioni possono includere: • Infezioni dell'orecchio • Diarrea severa • Polmonite • Encefalite.

La diagnosi del morbillo si basa principalmente sui sintomi caratteristici e sull'aspetto dell'eruzione cutanea. Gli esami del sangue inoltre possono confermare la presenza del virus o degli anticorpi contro di esso.

Non esiste un trattamento antivirale specifico per il morbillo. La gestione si concentra principalmente sull'alleviare i sintomi. I principali trattamenti utilizzati sono:

• Antipiretici, utili per abbassare a febbre • Idratazione, fondamentale in caso di febbre alta • Antibiotici, solo se si sviluppa un'infezione batterica (come la polmonite).

Il modo più efficace per prevenire il morbillo invece è attraverso la vaccinazione. Il vaccino contro il morbillo è spesso combinato con quelli contro parotite e rosolia (vaccino MPR) e in Italia è obbligatorio. Sono raccomandate due dosi del vaccino MPR per i bambini: la prima dose viene somministrata a 12-15 mesi di età e la seconda dose a 4-6 anni di età.

Nonostante la diffusione del vaccino, il morbillo rimane una preoccupazione significativa per la salute pubblica a livello globale, soprattutto nelle comunità con un basso livello di vaccinati.

3. Rosolia

La rosolia è un'infezione virale contagiosa causata appunto dal virus della rosolia. È generalmente una malattia lieve sia nei bambini che negli adulti, ma può avere gravi conseguenze se contratta durante la gravidanza, causando difetti congeniti noti come sindrome della rosolia congenita.

La rosolia si trasmette attraverso le goccioline respiratorie quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Può anche essere trasmessa da una madre infetta al feto attraverso la placenta. Chi contrae questa infezione è contagioso da una settimana prima fino a una settimana dopo la comparsa dell'eruzione cutanea.

I sintomi della rosolia solitamente compaiono 2-3 settimane dopo l'esposizione al virus e includono:

• Febbre lieve • Mal di testa • Congiuntivite • Gonfiore dei linfonodi, specialmente quelli dietro le orecchie e sul collo • Eruzione cutanea che inizia sul viso e si diffonde al resto del corpo • Artralgie, soprattutto nelle donne.

Sebbene la rosolia sia generalmente lieve, può causare complicanze anche molto gravi, in particolare nelle donne in gravidanza. Le complicanze possono includere:

• Aborto spontaneo • Nascita prematura • Sindrome della rosolia congenita: può causare sordità, cataratta, malformazioni cardiache e altre gravi difetti congeniti. La rosolia viene generalmente diagnosticata in base ai sintomi e può essere confermata tramite esami del sangue che rilevano la presenza di anticorpi contro il virus della rosolia.

Anche in questo caso non esiste un trattamento specifico e la gestione della malattia si concentra sul sollievo dei sintomi attraverso:

• Riposo • Paracetamolo o ibuprofene per ridurre febbre e dolori • Idratazione adeguata. Come per il morbillo, il modo più efficace per prevenire la rosolia è tramite la vaccinazione con il vaccino morbillo-parotite-rosolia.

4. Scarlattina

La scarlattina, conosciuta anche come febbre scarlatta, a differenza delle prime due non è un’infezione virale, ma bensì un'infezione batterica causata dal batterio Streptococcus pyogenes, lo stesso che causa la faringite streptococcica.

La scarlattina si diffonde attraverso le goccioline respiratorie emesse quando una persona infetta tossisce o starnutisce, ma può anche essere trasmessa tramite il contatto con superfici o oggetti contaminati. Le persone infette sono contagiose finché non hanno ricevuto almeno 24 ore di trattamento antibiotico.

I sintomi della scarlattina solitamente compaiono entro 2-5 giorni dall'esposizione al batterio e possono includere:

• Mal di gola • Febbre alta • Eruzione cutanea, che inizia di solito sul collo e sul petto e si diffonde al resto del corpo. L'eruzione in questo caso è ruvida al tatto, simile a carta vetrata • Lingua "a fragola" (rossa e con puntini) • Gonfiore dei linfonodi • Dolori addominali e nausea (in alcuni casi).

Se non trattata, la scarlattina può portare a gravi complicazioni come:

• Febbre reumatica, che può danneggiare cuore, articolazioni e sistema nervoso • Glomerulonefrite • Infezioni dell'orecchio • Sinusite • Ascessi alla gola.

La diagnosi di scarlattina si basa sui sintomi clinici e può essere confermata con un tampone faringeo per rilevare la presenza di Streptococcus pyogenes.

Una volta fatta la diagnosi, il trattamento della scarlattina consiste principalmente nell’utilizzo di antibiotici per eliminare l'infezione e prevenire le complicazioni. Gli antibiotici comunemente usati includono penicillina e amoxicillina, che vanno somministrati per periodi molto variabili in base all’eventuale sviluppo di complicanze. Oltre all’utilizzo di antibiotici, il trattamento prevede: • Antipiretici per ridurre la febbre • Riposo • Idratazione adeguata.

Contrariamente alle prima due, non esiste un vaccino per la scarlattina, per cui le misure preventive includono:

• Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone • Evitare il contatto stretto con persone infette • Non condividere utensili, bicchieri o altri oggetti personali.

5. Varicella

La varicella è una malattia virale altamente contagiosa causata dal virus Varicella-Zoster. Colpisce principalmente i bambini, ma può manifestarsi anche negli adulti.

La varicella si diffonde tramite contatto diretto con le vescicole o attraverso le goccioline respiratorie quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Una persona è contagiosa da 1-2 giorni prima della comparsa dell'eruzione fino a quando tutte le vescicole non sono diventate croste, solitamente circa 5-7 giorni dopo.

I sintomi della varicella compaiono generalmente 10-21 giorni dopo l'esposizione al virus e includono:

• Febbre • Malessere generale • Perdita di appetito • Mal di testa • Eruzione cutanea pruriginosa, che evolve in vescicole piene di liquido che si rompono e formano croste. L'eruzione di solito inizia sul viso, sul petto e sulla schiena e poi si diffonde al resto del corpo.

Sebbene la varicella sia generalmente lieve, può causare complicanze, specialmente nei neonati e nelle persone immunodepresse. Le complicanze possono includere:

• Sovrainfezione batteriche della pelle • Polmonite • Encefalite • Sindrome di Reye (rara ma grave, associata all'uso di aspirina nei bambini) • Varicella congenita (se la madre contrae l'infezione durante la gravidanza).

La diagnosi della varicella si basa principalmente sull'aspetto caratteristico dell'eruzione cutanea. In casi dubbi, possono essere effettuati esami del sangue o prelievi di campioni delle vescicole per confermare la presenza del virus Varicella-Zoster.

Il trattamento della varicella mira ad alleviare i sintomi e prevenire le complicazioni. In particolare vengono utilizzati:

• Antistaminici per alleviare il prurito • Antipiretici per ridurre la febbre • Farmaci antivirali (come aciclovir) per i casi gravi o per persone ad alto rischio di complicazioni. Infine, la varicella può essere prevenuta tramite vaccinazione. Il vaccino contro la varicella è raccomandato per i bambini, con due dosi somministrate: la prima dose tra i 12 e i 15 mesi di età e la seconda dose tra i 4 e i 6 anni. Anche gli adulti che non hanno avuto la varicella e non sono stati vaccinati dovrebbero considerare la vaccinazione.

6. Quinta malattia

La quinta malattia, nota anche come eritema infettivo, è una malattia virale comune dell'infanzia causata dal parvovirus B19. Il virus solitamente si trasmette attraverso le goccioline respiratorie quando una persona infetta tossisce o starnutisce, ma può anche essere trasmesso tramite sangue o prodotti ematici. Una persona è contagiosa prima della comparsa dell'eruzione cutanea, quando presenta sintomi simil-influenzali.

I sintomi della quinta malattia compaiono generalmente 4-14 giorni dopo l'esposizione al virus e possono includere:

• Febbre lieve • Mal di testa • Sintomi simil-influenzali (malessere generale, naso che cola) • Eruzione cutanea sul viso, che ricorda una guancia schiaffeggiata. L’eruzione può diffondersi poi al tronco, alle braccia e alle gambe, assumendo un aspetto reticolato • Dolori articolari (più comuni negli adulti).

La quinta malattia è generalmente lieve nei bambini sani. Tuttavia può causare complicazioni in alcune condizioni particolari, ovvero in:

• Donne in gravidanza: in gravidanza la quinta malattia può causare anemia fetale e idrope fetale (accumulo di liquido nel feto), aumentando il rischio di aborto spontaneo • Persone immunodepresse o con malattie del sangue croniche (come l'anemia falciforme): per queste persone, la quinta malattia può causare anemia grave.

La diagnosi della quinta malattia si basa principalmente sull'aspetto caratteristico dell'eruzione cutanea. In alcuni casi, possono essere effettuati esami del sangue per rilevare la presenza di anticorpi contro il parvovirus B19 o per identificare il DNA virale.

La quinta malattia solitamente non richiede trattamento specifico. Alcune volte possono essere utili:

• Antipiretici per ridurre la febbre • Antidolorifici per alleviare i dolori articolari • Riposo • Idratazione adeguata.

Non esiste un vaccino per la quinta malattia. Le misure preventive includono:

• Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone • Evitare il contatto stretto con persone infette • Coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce.

Foto Dott. GIORGIO SCIARRA.jpg

Dott. Giorgio Sciarra

(218 articoli)
Opera presso il Policlinico Umberto I di Roma, dove si sta specializzando in Reumatologia, dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università La Sapienza di Roma con il massimo dei voti. E’ esperto di divulgazione scientifica sui temi della salute, del benessere e dell’alimentazione.
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