Intervista a Giovanbattista Sisca: infortuni nello sport
Parliamo di sport e in particolare dello sport più popolare e praticato al mondo: il calcio, e lo facciamo col Dottor Giovanbattista Sisca, medico del Bologna FC 1909 e Isokinetic, centro medico di eccellenza FIFA, di Bologna.
Giovanbattista Sisca è nato a Cosenza il 25 ottobre 1963. Vive a Bologna dal 1982. Si è laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Bologna nel 1991, proseguendo con la specializzazione in Medicina dello sport nel 1997. Nel 1996 intanto era diventato Medico sociale di una squadra di basket di serie B. Dal 1997 fa parte del gruppo dei medici di Isokinetic a Bologna come case manager. Tra il 1999 e il 2000 è stato Responsabile Sanitario dell’Imolese Calcio in serie C2. Nel 2001 il Dr Sisca ha seguito come Medico sociale la Primavera del Bologna FC. Nel 2002 approda in Prima squadra sempre per il Bologna FC 1909, proseguendo fino al luglio del 2015. Da agosto 2015 il Dr. Sisca passa all’ AS Roma dove resta per un anno come medico sociale. Nel luglio del 2017 ritorna al Bologna FC come Medico sociale. Il Dr. Sisca negli anni ha partecipato in veste di relatore o moderatore a numerosi convegni di traumatologia, riabilitazione e recupero dello sportivo infortunato. Dalla stagione 2022-23 ricopre il ruolo di Responsabile Sanitario del Bologna FC.
Dottore, quali sono gli infortuni più comuni nel calcio?
"Gli infortuni più frequenti sono quelli muscolari, indipendentemente dal livello dell’atleta. In particolare, colpiscono i flessori ed estensori della coscia, così come i polpacci. Gli arti inferiori sono la zona più soggetta a traumi, anche a causa della natura del gioco, che prevede scatti, cambi di direzione e contrasti."
Esiste un modo per prevenirli?
"Sì, la prevenzione è fondamentale e si basa su diverse strategie. Innanzitutto, è importante una valutazione clinica dell’atleta prima di iniziare un’attività sportiva, con particolare attenzione alla sua storia di infortuni, al tono muscolare e alla flessibilità articolare. Un ruolo essenziale lo gioca la visita medico-sportiva, che in Italia è obbligatoria e rappresenta un vanto in termini di tutela della salute. Inoltre, allenamenti mirati, un corretto riscaldamento e il giusto recupero post-partita possono ridurre il rischio di infortuni."
Come viene gestito un infortunio in campo?
"Dipende dalla gravità. In caso di traumi seri, come problemi cardiaci improvvisi o traumi cranici, è fondamentale avere protocolli ben definiti per intervenire rapidamente. Per questo stiamo lavorando a un corso di formazione che coinvolga tutto il personale in campo, inclusi giocatori e arbitri, per migliorare la gestione delle emergenze. Per gli infortuni muscolari o di entità minore, invece, si effettua una valutazione rapida sul campo, ma in pochi secondi non sempre è possibile fare una diagnosi precisa. Il medico deve considerare il benessere dell’atleta senza lasciarsi influenzare dalla pressione della partita o dell’allenatore."
Le tecniche riabilitative sono più efficaci oggi rispetto al passato?
"Sì, oggi abbiamo strumenti che permettono di recuperare più velocemente rispetto al passato. Tuttavia, negli ultimi anni si è tornati a dare più importanza alla qualità del recupero piuttosto che alla sola velocità. La priorità non è far tornare l’atleta in campo il prima possibile, ma garantirgli un recupero completo per ridurre il rischio di recidive. Per esempio, dopo un intervento al legamento crociato, non conta solo il numero di giorni trascorsi dall’operazione, ma il ripristino della forza muscolare, della flessibilità e della stabilità articolare."
L’integrazione alimentare può aiutare nel recupero?
"L’integrazione ha senso solo se utilizzata correttamente. Deve servire a colmare eventuali carenze nutrizionali, non a sostituire una dieta equilibrata o a cercare di accelerare il recupero in modo artificiale. Se ben gestita da un professionista, e non col fai da te, può essere utile per supportare la ripresa muscolare, ma un uso scorretto o eccessivo può avere effetti dannosi, come il sovraccarico renale."
Le fasi di recupero si sono accorciate con le tecniche più moderne?
"Esistono gli strumenti nel 2025 che certamente permettono di recuperare prima rispetto al passato ma non deve essere necessariamente una corsa contro il tempo, l’elemento discriminante sulla validità di un recupero funzionale deve essere la qualità stessa del recupero. "
Qual è il suo consiglio per gli sportivi amatoriali?
"Chiunque pratichi sport, anche a livello amatoriale, dovrebbe sempre fare una visita medico-sportiva seria per valutare il proprio stato di salute. È un errore sottovalutare questa fase, ed è ancora più grave quando alcune certificazioni vengono rilasciate senza un controllo adeguato. Oltre alla visita, è importante avvicinarsi allo sport in modo graduale, senza strafare soprattutto dopo periodi di inattività. Infine, il buon senso è fondamentale: ascoltare il proprio corpo e non forzare troppo può prevenire molti problemi."
