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Vacanze in gravidanza: consigli per non rinunciare al viaggio

#Mamma e Bambino #Viaggi
Vacanze in gravidanza: consigli per non rinunciare al viaggio

La gravidanza è un momento straordinario nella vita di una donna, perché non celebrarlo quindi con un viaggio?

In Italia c’è, purtroppo, ancora la cultura a vivere lo stato di gravidanza come una malattia, durante il quale sarebbe da preferire uno stile di vita che riduca al minimo le attività sportive o quelle lavorative: figuriamoci, quindi, se si valuta l’idea di poter viaggiare quando si aspetta un bimbo. E invece, in tantissimi altri paesi del mondo, la gravidanza è vista come un momento “naturale” per la donna e per la famiglia stessa.

Non saremo certo noi a proporvi di fare pazzie durante questi nove mesi così delicati anche dal punto di vista psicologico – lungi dal proporvi avventure estreme che mettano a repentaglio la salute del nascituro o della mamma – ma tra correre una maratona o vivere tra divano e letto per tutto il periodo, esistono tante vie di mezzo.

Le condizioni di partenza - essenziali per poter viaggiare con il pancione ma anche solo per una gita o una passeggiata nel bosco - sono quelle che la gravidanza proceda per il meglio, mamma e bimbo se la spassino alla grande e che non ci siano complicazioni di nessun tipo. Bisogna essere quindi in perfetta salute e nel pieno delle energie. Ma se si rientra in questa casistica, via libera alle prenotazioni!

Le domande delle future mamme a questo punto sono tantissime, vediamo di dipanare i dubbi.

Dove posso andare?

È la domanda più gettonata tra tutte. “Posso prendere l’aereo? Posso andare in montagna? Al mare? E un volo intercontinentale?”
Sì, potete fare tutte queste cose, anche viaggiare dall'altra parte del mondo se le vostre condizioni lo permettono. Magari con uno scalo per spezzare le tante ore di viaggio.

L’aereo si può prendere senza problemi fino alla 36° settimana di gestazione, ma bisogna tenere in considerazione che alcune compagnie aeree possono richiedere un certificato medico già dopo la 28° settimana. Verificate quindi prima di partire con l’aerolinea con cui avete prenotato quali siano le condizioni applicate.
Idealmente i ginecologi consigliano di non superare le cinque ore di volo, ma in caso di viaggi più lunghi organizzatevi scegliendo dei posti a sedere confortevoli, indossate abiti molto comodi e calze contenitive anti-trombosi per le gambe che sono soggette ai rischi del ristagno venoso quando si è sedute per molto tempo. Bevete molto, sgranocchiate qualche snack, per prevenire disturbi allo stomaco e cercate di alzarvi o muovervi il più frequente possibile.

Per la scelta della meta cercate una destinazione che possa garantire gli standard igienico sanitari indispensabili al periodo in cui vi trovate e preferite situazioni comode e confortevoli. Vanno benissimo i villaggi all inclusive, gli hotel e – per chi se la sente – anche ostelli e bungalow nei campeggi con bagni in comune.

All’estero è buona prassi viaggiare all’avventura anche in gravidanza, ma rientra in un contesto culturale a cui noi ci stiamo piano piano avvicinando. Non sentitevi giudicate neppure da mariti, parenti e amici se siete tra quelle “che non lo farebbero mai”, ma cercate sempre e solo la soluzione che vi dà sicurezza o serenità, perché non c’è nulla di peggio che essere incinte, lontano da casa e con l’ansia di aver fatto la scelta sbagliata.

Il richiamo della montagna

Un altro tema che spesso desta preoccupazioni è l’altitudine, che quindi influisce sulla scelta di una vacanza in montagna in gravidanza.

Quello che crea problemi non è essere a 1.500 metri di altezza, ma passare da basse altitudini (come quelle della città) a quelle dei monti in pochissimo tempo. È lo sbalzo pressorio che può causare complicazioni, non essere a un’altitudine piuttosto che un’altra. Cosa fare quindi? Andare in montagna è possibile, ma salendo gradualmente e abituandosi piano piano prima di prendere funivie e seggiovie per salire a quote ancora più elevate.

Da evitare, quindi, le gite in giornata da 0 a 2000 metri, ma via libera se siete in montagna da almeno tre/quattro giorni, in un hotel a 1.300 metri e volete salire a 1.600 metri a piedi, in auto o anche con la seggiovia, a patto che tutto sia estremamente graduale e che voi stiate bene.

Le vacanze in montagna con il pancione, grazie alle temperature più fresche e all'ambiente estremamente rilassante, sono un toccasana soprattutto per chi soffre particolarmente il caldo.

Cosa non dimenticare a casa?

Nel beauty della farmacia ricordate di portare fermenti lattici, un antidolorifico o antipiretico e compresse di acido folico o integratori (ad esempio Multicentrum Materna) per darvi quel pizzico di energia in caso di improvvisa stanchezza. Per una coccola serale, dopo la doccia, un olio per il corpo che previene smagliature e vi rilassa dopo la giornata di viaggio è l’ideale.

In caso di cinetosi (mal di mare, auto o aereo) potete utilizzare i braccialetti – che funzionano secondo il principio dell’agopuntura - andando a produrre una pressione a due dita dal polso, sui centri che prevengono la sensazione di nausea. Un altro rimedio naturale molto utile è lo zenzero, comodo da assumere in formato caramelle.

Per chi soffre di problemi circolatori le calze elastiche – per quanto poco sexy :-) - sono un valido alleato per prevenire caviglie gonfie e pesantezza alle gambe.

Prima di partire, avvisate il vostro medico o ginecologo dell’imminente vacanza e fatevi dare la disponibilità a essere contattato in caso di bisogno anche fuori dal classico orario di studio per ogni dubbio. Cercate anche il nominativo di un ginecologo in loco e segnatelo nell'agendina o tra i documenti di viaggio. Vi potrà essere d’aiuto anche una farmacia locale che saprà indirizzarvi verso un medico competente di zona.

Viaggiare con il pancione sarà un’esperienza bellissima, verificate che ci siano le condizioni di salute necessarie e divertitevi con la vostra famiglia!

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